Tutte le opere di  Gabriele Borioli

Nato esattamente a metà strada tra Londra e Tunisi durante il normalissimo inverno del 1970.
Si avvicina alla fotografia da bambino grazie al padre che gli insegna ad usare la sua Kodak Retinette.
Siamo nell'epoca dei rullini e degli esposimetri analogici e Gabriele impara la tecnica fotografica praticamente da autodidatta. Sempre da ragazzino costruisce la sua "Scatola Fotografica" con legno e cartone ed entra per la prima volta in camera oscura dove impara la magia di trasformare fogli bianchi in momenti "senza tempo". Per lui rimarrà la "camera dei fantasmi": il luogo dove le figure appaiono dal nulla e rimangono in vita per sempre.
A 14 anni gli viene regalata la sua prima macchina fotografica, un' Agfa portatile con esposimetro interno: è il primo passo verso un' evoluzione tecnologica che lo porterà ad essere sempre aggiornato ed al passo con i tempi per quanto riguarda la tecnica fotografica che la post-produzione.
Intanto si accorge che il mondo visto dal mirino gli piace: ama l'idea di poter dare sguardi di ciò che lo circonda da differenti angolazioni e adora la magia di fermare il tempo con una singola immagine. Quest'idea, unita alla voglia di esplorare e di sperimentare, lo accompagnerà per tutto il suo percorso fotografico.
Durante gli anni di università riesce ad acquistare la sua prima reflex: è la volta di una Olimpus OM 101. Inizia così il suo percorso più creativo legato al fatto di poter avere un maggior controllo su tempi e profondità di campo. In questo periodo cresce in lui la convinzione che la tecnica è si importante ma resta la composizione la parte migliore di una foto. Contemporaneamente porta la sua voglia di scattare in luoghi più lontani e legati soprattutto alla natura ed in particolare alla montagna.
Avvicinandoci ai giorni nostri, la sua fotografia è fortemente condizionata dal suo spirito un po' nomade, avventuriero e soprattutto curioso: viaggia molto in cerca di luoghi ricchi di storia, natura, cultura ma soprattutto umanità. Così i suoi scatti prendono un taglio decisamente più da reportage. Sempre attento a non inquinare lo scatto con pose o artefatti cerca di immortalare dall'esterno la scena per cogliere la naturalezza del momento.
Il suo intento è portare a casa piccole storie vere da far conoscere e mostrare.