L'opera appartiene alla collezione "Workaholic". In "Workaholic - 3" il regista, fotografo Francesco Nencini fotografa, apparentemente, una scena quotidiana, l'interno di uno studio. Approfondendo la lettura dell'immagine, si potrà notare come l'artista riesca a porre i due protagonisti anonimi su un palcoscenico teatrale. E' il riflesso delle luci esterne a creare l'effetto teatro. Costruzione perfetta, la porta a destra funge da quinta prospettica, l'infisso centrale della vetrata incornicia una sedia vuota e, infine, i due lavoratori rapiti dallo schermo del pc.
Nel progetto fotografico "Workaholic" Francesco Nencini indaga il nuovo fenomeno delle città metropolitane. Uffici abitati in tutte le ore del giorno e della notte. I moderni cavalieri del lavoro risiedono più nei loro uffici che nelle loro dimore. Non si sa se dipenda da un'intrinseca necessità, per assuefazione, per non tornare a casa, per senso del dovere o perché il lavoro è il loro personale rifugio da una realtà che poco li appaga. Sono pronti a rinunciare alla loro vita privata. Chissà se nei cassetti delle loro scrivanie tra una pratica all'altra c'è un sogno nascosto. Le loro menti non si riposano mai, perennemente incatenati alle loro postazioni: finché recessione non li separi.
[#dettagli#] La collezione "Workaholic" di Francesco Nencini è stata realizzata a Berlino nel 2007. E' possibile percepire in questo suo lavoro una forte influenza del regista Alfred Hitchcock. In tutte le 5 opere il fotografo non ha alcuna intenzione di riprodurre realisticamente eventi e personaggi. Inquadrature oniriche, luci espressioniste, lo spazio oscilla dalla bidimensionalità delle finestre dei palazzi, all'iperbolica fuga prospettica quasi innaturale, esagerata. Il tempo e lo spazio sono sfalsati. I suoi soggetti - oggetti sono l'idea dell'introspezione psicologica che compie l'occhio del fotografo-regista.[#/dettagli#]
[#collezione#]Workaholic[#/collezione#]